un progetto di e con Antonio Tagliarini

per INDEX Valentina Bertolino, Francesco Di Stefano, Silvia Parlani
produzione INDEX
con il supporto di MiC – Ministero della Cultura

Paradiso, dal persiano pairadaëza, da cui anche l’ebraico pardeš, attraverso il greco παράδεισος, con il significato primitivo di “giardino recintato”, “verziere”, “parco”.

 

Paradiso, dal persiano pairadaëza, da cui anche l’ebraico pardeš, attraverso il greco παράδεισος, con il significato primitivo di “giardino recintato”, “verziere”, “parco”.

 

Nuovo progetto di ricerca di Antonio Tagliarini dedicato ai “luoghi”, in particolare a quelli che vanno scomparendo.

 

Pairadaëza vuole intercettare proprio quei luoghi “a rischio” per riscoprirne il mistero, l’intangibile essenza fatta di storie, leggende che si sono stratificate nel tempo.

 
Questo primo movimento è dedicato a giardini, a parchi pubblici, a siti naturali (anche marginali e liminali): un site-specific, che ogni volta viene ripensato e rimodulato a partire dalle caratteristiche storiche, botaniche e morfologiche del luogo.

 
Ci fu un tempo in cui il mondo era abitato dagli dèi. Nello spazio che gli uomini condividevano con loro, l’invisibile si mescolava con la materia visibile. Era proprio nei giardini, nella natura, inquietante e meravigliosa, che dall’alba dei tempi l’uomo avvertiva la presenza del divino. In Giappone, i seguaci dello scintoismo credono che il mondo è abitato dai kami, le divinità della natura che si celano all’interno delle cose e soprattutto delle piante, dei corsi d’acqua e delle rocce.

 

Tagliarini entra in un giardino, lo studia attivando due diversi approcci, uno più scientifico e uno più magico. Come un botanico-paesaggista ne studia la storia, le origini, prende nota delle specie vegetali, dei percorsi, delle fragilità del terreno.

 

Lo studia e ne immagina una trasformazione: dopotutto, sognare il cambiamento è l’unica cosa che per fortuna nessuno ci può togliere, neanche il despota più feroce.

 

Poi cerca di dare spazio all’invisibile: ne incontra gli abitanti, i custodi, i giardinieri che se ne prendono cura, si fa raccontare storie, leggende, segreti.

 

Il performer, sovrapponendo queste storie alla propria biografia, accoglierà il pubblico raccontando il suo giardino, il suo paradiso, dove realtà e immaginazione coesistono e si sostanziano a vicenda.

 
Tagliarini, con la leggerezza che lo contraddistingue, coinvolgerà attivamente il pubblico invitandolo a esplorare il giardino e a immaginare insieme un’azione collettiva che possa trasformarlo.

 

Il tentativo è quello di creare una comunità temporanea chiamata non solo a riscoprire il mistero di quel luogo, ma a poterne attivare una trasformazione per immaginare insieme un futuro diverso, un luogo di resistenza politica ed esistenziale.

 

Il paradiso non è solo un giardino, da sempre così è stato raffigurato e immaginato, ma è anche una dimensione simbolica, è il riflesso di un’utopia sociale: un luogo puro, dove tutti sono liberi e uguali e dove non esistono né ingiustizie né violenza.

 

– Quanto siamo lontani dal paradiso? – Si interroga l’autore.

 

© Annie Spratt
© Sara Meliti