Alfred, Alfred / La serva padrona
: muta imago
Alfred, Alfred (Sette Scene e Sei Intermezzi)
musica e testo Franco Donatoni
La Serva Padrona (Due Intermezzi)
testo Gennaro Antonio Federico
musica Giovanni Battista Pergolesi
con Maria Eleonora Caminada, Samantha Faina, Matilde Lazzaroni, Chiara Ersilia Trapani, Michele Gianquinto
Icarus Ensemble
direttore Dario Garegnani
ideazione Muta Imago
regia e scene Claudia Sorace
drammaturgia Riccardo Fazi
costumi Ettore Lombardi
luci e video Maria Elena Fusacchia
props Caterina Rossi
produzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Cosa unisce due intermezzi scritti a distanza di duecentocinquanta anni, uno ambientato nel boudoir di un ricco nobile napoletano e l’altro nella stanza di un ospedale di Melbourne?
Dopo il successo del dittico La Legge / Gli occhi di Ipazia di Giacomo Manzoni (prodotto nel 2023 dalla Stagione Lirica di Spoleto), Claudia Sorace e Riccardo Fazi tornano, su proposta de I Teatri di Reggio Emilia, a curare rispettivamente regia lirica e drammaturgia di un nuovo dittico che farà incontrare due capolavori della musica in scena: La Serva Padrona di Giovanni Battista Pergolesi e Alfred, Alfred di Franco Donatoni.
Entrambi gli intermezzi comici sono innervati da una faglia sottile che parla della finitezza delle nostre vite e della paura della fine ed è su questa linea di indagine che la regia raccoglie la possibilità di un incontro. Alfred, Alfred è l’incubo ironico, visionario e lisergico di un uomo (Donatoni stesso) che ormai anziano si trova a fare esperienza di un ricovero in ospedale in un paese straniero. Come sfilando su una passerella le infermiere, i dottori, gli amici e i parenti del paziente fanno sfoggio delle loro stranezze, enfatizzando le paure e le fragilità del protagonista, all’interno di un universo surrealista e lisergico dove niente è come sembra. Nella seconda parte del dittico si scopre che l’uomo sul letto d’ospedale di Alfred, Alfred non è altri che Uberto, protagonista de La Serva Padrona, che al mattino si risveglia dall’incubo allucinato di Donatoni per affrontare la lotta quotidiana con Serpina, la sua serva preferita. Uberto è un uomo ricco e viziato, ossessionato dall’apparenza e dal desiderio di rimanere per sempre giovane: un curatore d’arte che vive un eterno presente, senza aver più contatto con la realtà materiale delle cose.
Le due opere rappresentano per la compagnia un’opportunità per un lavoro di approfondimento sul comico e il grottesco. Alfred, Alfred riverbera di segni e immagini che fanno incontrare l’iconografia post-internet con quella surrealista, grazie al lavoro sul video di Maria Elena Fusacchia, ai costumi di Ettore Lombardi e ai materiali di scena di Caterina Rossi. In La Serva Padrona è invece il mondo dell’arte contemporanea odierna ad essere preso di mira, con il paradossale rapporto con il reale che spesso mette in campo e che in questa regia si carica di una dimensione ironica e visionaria.