A.L.D.E. non ho mai voluto essere qui

: giovanni onorato


ideazione e direzione Giovanni Onorato
con Giovanni Onorato, Mario Russo
musiche Mario Russo, Lorenzo Minozzi
disegno luci Fabrizio Cicero
costumi Chiara Corradini
consulenza alla drammaturgia Claudio Larena, Giulia Scotti
si ringrazia Daria Deflorian per il prezioso sguardo

per INDEX Valentina Bertolino, Francesco Di Stefano, Silvia Parlani
coproduzione INDEX, Romaeuropa Festival
residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t
con il sostegno di Angelo Mai Occupato, Ex-Mercato di Torre Spaccata, Fienile Fluò, Settimo Cielo, Teatro Biblioteca Quarticciolo
con il supporto di MiC – Ministero della Cultura

fotografie Chiara Corradini
ambientazione Ileana Alesi

Spettacolo vincitore della menzione speciale Premio “tuttoteatro.com” Dante Cappelletti
Finalista Biennale College e Premio Alberto Dubito

 

 

Arduino Luca Degli Esposti era un nostro amico. Diciamo “era” perché una serie di circostanze hanno fatto sì che si gettasse contro un treno in corsa fra le fermate di Fidene e Montelibretti, sulla linea del treno regionale diretto a Fara Sabina, nel Lazio.

 

A.L.D.E. è una performance di musica e parole. I quaderni di Arduino stanno per terra come sangue sparso, i suoi amici li raccolgono cercando di ricostruirne l’intreccio, di dipanarne il mistero. Il linguaggio oscilla fra il teatro di narrazione e la performance. La slam poetry diviene strumento narrativo funzionale al racconto: i brani eseguiti live punteggiano la storia di un’adolescenza, della sua fine. Ci sembra che questa sia la forza del progetto, reinterpretare un linguaggio diffuso come la slam poetry in una chiave originale, al tempo stesso intima e teatrale.

 

A.L.D.E. è uno spettacolo/concerto sull’impersonalità della poesia, sul farsi voce per l’altro, sull’altro che si fa voce per noi, sul farsi comunità e insieme farsi senso. Ci sembra che la figura del poeta, con il suo efferato bisogno di conoscere e fare esperienza, non può che esserci maestro e fratello, in particolar modo in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui la vita sembra tutta da riscrivere.

 

© Chiara Corradini